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GUIDA TURISTICA

La storia del Monferrato

La città ligure di Vardacate sorse sulla sponda destra del Po come traspare dall’importante scoperta del rescritto di bronzo (scoperto nel 1940 ed ora custodito al Museo Archeologico di Torino) inchiavardato sul ponte romano che univa le due sponde del Po, divenne capoluogo dell’omonimo “Municipio” romano.
Il centro cristiano risale al secolo VIII ai tempi di Liutprando Re dei Longobardi (712-744). Con lo scorrere dei secoli il borgo assunse il toponimo di CASALE SANT’EVASIO, dovuto al santo protettore del villaggio.
Nel medioevo Casale faceva parte del Comitato di Lomello. Ottone III Imperatore cede il borgo con diploma del 7 maggio 999 al vescovo Leone di Vercelli. Un gruppo di signori locali organizza nel XII secolo il Comune signorile di Casale che però è costretto a sottomettersi al Comune di Vercelli.
Federico I imperatore, con atto dato da Novara il 5 marzo 1186 rende Casale libero, ma Arrigo VI imperatore la soggetta al nuovo vescovo nel 1191.
Dopo contestazioni e guerre tra Casale, il Vescovo ed il Comune di Vercelli, durante i quali Casale è distrutta (1215) Gregorio di Montelungo, ambasciatore pontificio lo cede il 22 aprile 1243 al Comune di Vercelli. E’ infine da Corrado Re dei Romani con diploma datato da Barletta e acquistato nel 1253 da Bonifacio II Marchese di Monferrato.
Alla morte del marchese Guglielmo VII Casale nomina suo capitano generale Matteo Visconti signore di Milano il 14 febbraio 1292, dal quale si dà al marchese Giovanni I di Monferrato nel marzo 1299. Con atto 25 luglio 1303 Casale conferisce la signoria perpetua al marchese Giovanni I di Monferrato e suoi eredi.
Spento questo ramo dei Marchesi di Monferrato (detti Aleramici) nel 1305 in Giovanni di cui sopra la sorella Violante imperatrice di Constantinopoli trasmise i suoi diretti sul Marchesato di Monferrato al figlio Teodoro Paleologo il 16 settembre 1306, che alla sua venuta in Italia occupa Casale mettendovi un vicario.
Enrico VII Imperatore il 12 dicembre 1310 provvede alla occupazione di Casale al quale lo toglie il Re di Napoli Roberto d’Angiò nel giugno 1312.
Abbattuto il governo del d’Angiò Casale si ridà a Teodoro Paleologo il 23 marzo 1316. Occupato da Galeazzo Visconti il 14 novembre 1370, Caterina Visconti tutrice del figlio Giovanni Maria vende Casale il 10 marzo 1404 a Teodoro II Paleologo.
Estinti i Paleologo in Gian Giorgio il 29 aprile 1533, Carlo V con sentenza data in Genova pronunciò il diritto di successione del Monferrato a favore della figlia di Gian Giorgio, Margherita moglie a Federico Gonzaga Duca di Mantova il 3 novembre 1536.
Estinta la linea Gonzaga li 5 luglio 1708 in Ferdinando Carlo, l’Imperatore d’Austria Leopoldo I concesse Casale col Monferrato a Vittorio Amadeo II di Savoia il 7 luglio 1708.
Casale rimase nei secoli una città eminentemente militare, soprattutto per la presenza dell’invincibile cittadella costituita dall’architetto Germanico Savorgnan nel 1590, distrutta alla fine del Seicento per il volere delle potenze alleate ai Savoia. Perdita irreversibile e vivamente rimpianta dal famoso ingeniere francese Sebastian Le Preste de Vauban che tentò invano di convincere il Re Luigi XVI di salvaguardare la bella ed imprendibile costruzione eretta con “la calce monferrina che trasforma i muri delle fortezze in barriere di piombo”.
Casale in quel Settecento perdeva altresì il titolo di capitale e nel 1713 con la pace di Utrecht la città e il Ducato entrava nell’orbita sabauda, guadagnandovi però in bellezza con la costruzione dei palazzi della nobiltà monferrina e con le chiese antiche e di quegli anni che ancora noi ammiriamo.
L’ulteriore occupazione militare vide la città costretta a cedere alle truppe gallo-ispane nel 1745 con gravi danni soprattutto alle chiese e ai conventi.
Napoleone I di passaggio a Casale proveniente da Alessandria, fermatosi a Palazzo Gozani di San Giorgio fu così entusiasta di Casale che concesse alla cittadinanza il Liceo Imperiale, il Tribunale di 1° istanza e le caserme.
Ancora guerre: dopo la sconfitta di Novara nel 1849 la città fu il baluardo fronterizio contro gli Austriaci che resistette contro le truppe ostili con la carica dei Reale Carabinieri al comando del Tenente Conte Carlo Morozzo di San Michele caduto sul ponte sospeso del Po, sepolto nel camposanto di Casale con altri eroi con lui caduti per la difesa della città.
Infine nel 1855 ancora a Casale l’Imperatore dei Francesi Napoleone III e con il Re Vittorio Emanuele II,  il Palazzo della Valle, in via Corte d’Appello s’incontrarono nella nostra città per mettere a punto il piano di guerra contro l’Austria.
Casale in quel Settecento perdeva altresì il titolo di capitale e nel 1713 con la pace di Utrecht la città e il Ducato entrava nell’orbita sabauda, guadagnandovi però in bellezza con la costruzione dei palazzi della nobiltà monferrina e con le chiese antiche e di quegli anni che ancora noi ammiriamo.
L’ulteriore occupazione militare vide la città costretta a cedere alle truppe gallo-ispane nel 1745 con gravi danni soprattutto alle chiese e ai conventi.
Napoleone I di passaggio a Casale proveniente da Alessandria, fermatosi a Palazzo Gozani di San Giorgio fu così entusiasta di Casale che concesse alla cittadinanza il Liceo Imperiale, il Tribunale di 1° istanza e le caserme.
Ancora guerre: dopo la sconfitta di Novara nel 1849 la città fu il baluardo fronterizio contro gli Austriaci che resistette contro le truppe ostili con la carica dei Reale Carabinieri al comando del Tenente Conte Carlo Morozzo di San Michele caduto sul ponte sospeso del Po, sepolto nel camposanto di Casale con altri eroi con lui caduti per la difesa della città.
Infine nel 1855 ancora a Casale l’Imperatore dei Francesi Napoleone III e con il Re Vittorio Emanuele II,  il Palazzo della Valle, in via Corte d’Appello s’incontrarono nella nostra città per mettere a punto il piano di guerra contro l’Austria.
La città nella seconda metà dell’Ottocento ebbe la ventura di ottenere una cinta muraria di tutto rispetto, con la costruzione della Torre Gaione ubicata sul colle Sant’Anna, ossia della polveriera e dell’arsenale. Ne fu soprintendente Stefano di Ricaldone che alla cessazione dell’incarico fu Direttore del Tiro a segno nazionale.
Alla fine del XIX secolo Casale divenne “la capitale del cemento” a motivo degli stabilimenti di Casale, Ozzano, Morano etc. noti ovunque in Italia ed all’estero.